La Crociata dei Pastori del 1251 fu un movimento che nacque nel nord della Francia con l’obiettivo di salvare re Luigi IX, catturato durante la settima crociata. Questa guerriglia popolare, caratterizzata dalla partecipazione di contadini, pastori e persone umili, rappresenta un momento unico nella storia medievale, dove le forze popolari tentarono di influenzare le grandi vicende storiche.
Luigi IX di Francia diresse la Settima Crociata contro l’Egitto mamelucco. Il tentativo di assediare la fortezza di al-Mansura fallì, e il sovrano francese fu catturato il 6 aprile 1250 mentre cercava di ritornare alla già conquistata base francese di Damietta. La notizia della prigionia di Luigi IX giunse in Francia l’anno successivo, causando una profonda commozione sia tra i nobili che tra i contadini, per i quali il re era molto amato. Essi trovarono, infatti, inconcepibile che un sovrano pio potesse essere sconfitto dai “pagani”.
In questo contesto di sgomento e incredulità, emerse nel nord della Francia un movimento popolare guidato da un misterioso individuo noto come il “Maître de Hongrie”, “Maestro Ungherese”. Secondo il racconto del cronista Matteo Paris, egli era un impostore, sopravvissuto alla “Crociata dei Bambini”, che paventava di aver ricevuto una lettera dalla Vergine Maria. Nella lettera si affermava che i governanti non avrebbero potuto riconquistare Gerusalemme, compito che spettava invece ai poveri, agli umili e ai pastorelli, i pastoureaux.
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La chiamata a una nuova Crociata ebbe luogo durante la Pasqua del 1251. Migliaia di pastori e contadini francesi risposero, armati di asce, coltelli e bastoni, marciando verso Parigi. Si stima che ad Amiens fossero in 30.000 e che nella capitale raggiunsero forse i 50.000. Bianca di Castiglia, madre del re, li ricevette e inizialmente li sostenne. Il movimento divenne, tuttavia, troppo pericoloso sia socialmente che religiosamente. Accusava, infatti, abati e prelati di essere cupidi ed orgogliosi, scatenando conflitti in diverse città come Rouen, Orléans e Tours.
Molti dei partecipanti alla crociata furono criminali e, quando le città e i villaggi rifiutarono di sostentarli, si scagliarono con furia, abbandonandosi a saccheggi e distruzioni, anche all’indirizzo di luoghi sacri. Giunse, ben presto, la scomunica da parte del pontefice Innocenzo IV, determinato a convincere la regina Bianca a inviare l’esercito reale contro i rivoltosi.
I pastori ribelli riuscirono, inizialmente, a fuggire, raggiungendo Bourges. Lì si abbandonarono ancora alla violenza, dirigendola contro gli ebrei. Molti vennero catturati o trovarono la morte intorno a Villeneuve-sur-Cher. Fra loro morì anche il celebre “Maître de Hongrie”. Gli scontri ebbero luogo anche in altre zone del paese, dove i soldati di fortuna vennero contrastati dalle truppe di Simone V di Montfort.
Il movimento non si arrestò in Francia, ma si estese anche in Renania e nel nord Italia. Le repressioni furono ancora più dure e solo alcuni crociati giunsero, in fuga, sino a Marsiglia. Lì riuscirono a imbarcarsi alla volta di Acri e unirono ai Crociati. Nel 1254, Luigi IX fu liberato con un riscatto e tornò in Francia. Convinto che il fallimento della spedizione fosse dovuto alla corruzione dei costumi del suo Regno, egli tentò di rafforzare la sua autorità e ricondurre il popolo verso le virtù cristiane. Punì duramente vizi e blasfemie, tentando persino di convertire al Cristianesimo gli ebrei francesi.
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