Altipiani di Arcinazzo
Sono passati 9 giorni da quando il 18 agosto, villeggianti proprietari di seconde case a Retafani e residenti sono scesi in piazza a Piglio per manifestare contro il comune.
LEGGI DOMENICA DI PROTESTA A PIGLIO
Numerose le ragioni che hanno spinto la gente a protestare contro il sindaco Mario Felli, a partire dalle promesse non mantenute nella campagna elettorale del secondo mandato. Come ad esempio quella di realizzare uno spazio verde pubblico, di impermeabilizzare il laghetto dell’Inzuglio, di organizzare giornate ecologiche con costanza e una maggiore attenzione sulla gestione dei rifiuti. Ma la più importante la promessa di portare l’illuminazione pubblica in tutto il quartiere, mantenuta solo in piccola parte.
Poi si aggiunge il problema delle strade sconnesse, il randagismo, il pascolo brado (che proprio ieri sulla via del Piglio ha messo in pericolo un’ambulanza in emergenza). La mancanza di un allaccio alla rete del gas, il pessimo segnale telefonico, i rifiuti nei boschi. Le interruzioni idriche di Acea, l’assenza di videosorveglianza per la prevenzione dei furti. La pessima gestione della raccolta dei rifiuti: l’isola ecologica (appena rimessa dopo un anno) è sempre strapiena e non fornisce i sacchetti.
Inoltre, informazione utile che vogliamo fornire, è emerso che come “provvedimento migliorativo”, la società che raccoglie avrebbe preso impegno di raccogliere gli ingombranti entro sette giorni dalla chiamata. I cittadini dovevano attendere invece anche più di un mese. Noi abbiamo quindi fatto una prova, inviando una pec e un sollecito telefonico, ricordando alla società questo impegno, e sono effettivamente venuti a ritirare entro i 7 giorni richiesti.
La passerella del 20 agosto
Il 20 agosto, martedì, sindaco e giunta si sono “arrampicati” agli Altipiani di Arcinazzo, dopo la proposta del 18 del sindaco di fare una passeggiata con i cittadini per individuare le criticità. Quando sono saliti hanno trovato quasi più persone di quelle che erano presenti alla manifestazione (82), forse nemmeno se lo aspettavano. Il sindaco e i consiglieri hanno camminato solo nella zona di Retafani, ignorando Don Bosco e Graziani, più delocalizzate e appurato con i loro occhi il degrado e l’abbandono di cui soffre la zona. Anche qui sono fioccate promesse ai cittadini, che noi purtroppo abbiamo il sentore rimarranno solo parole al vento, ma speriamo di venire smentiti dai fatti.
L’immobilismo Fellico
Ad oggi tuttavia, nonostante questa piccola vittoria, Mario Felli ancora non si muove e “chiede tempo”, salvo dimenticarsi che se i cittadini sono scesi in piazza è perchè il tempo concesso è finito già da un pezzo. Non si rende conto della pessima figura istituzionale che ha fatto fare all’intero paese agli occhi dei turisti che hanno sciamato nel centro storico gridando “Mario Felli i problemi sempre quelli, Felli Mario viviamo un calvario”. Un immobilismo che possiamo definire “Fellico”, creando un nuovo neologismo dedicato a una situazione di abbandono istituzionale totale.
Non sappiamo se sia stato fatto, ma ci sarebbe essere dovuto comunicato: un sindaco messo alle strette in questo modo avrebbe dovuto scrivere immediatamente ad Acea per risolvere i problemi idrici e del gas, minacciando di incatenarsi ai cancelli della sede in caso contrario. Dovrebbe immediatamente attivarsi con la Polizia Locale e i Carabinieri per disporre servizi di controllo maggiori per la prevenzione dei reati, ma soprattutto per iniziare a multare a raffica quegli allevatori “sbadati” che perdono tutti i giorni il bestiame sulle strade. Dovrebbe raccogliere la Protezione Civile e volontari (che per altro già si sono offerti) per correre a ripulire i boschi che tanto erano cari a Giovanni Paolo II. Potrebbe chiamare le compagnie telefoniche richiedendo un potenziamento del segnale. Dovrebbe attivare immediatamente la Asl e il servizio di accalappiacani per raccogliere i randagi sul territorio.
L’escalation della protesta
Sono tutte cose che avrebbero richiesto a Mario Felli al massimo una o due giornate di lavoro. Cose che non avrebbero richiesto un dispendio economico, sarebbe bastato alzare la cornetta. Ma come al solito le parole volano e Mario si dimostra essere un ottimo oratore, ma un pessimo amministratore. Dovrebbe invece darsi uno sguardo intorno perchè anche dalle campagne pigliesi inizia a riecheggiare il malcontento e si vocifera di nuove manifestazioni all’orizzonte. La protesta del 18 agosto ha creato un precedente pericoloso per l’amministrazione Felli, che potrebbe portare altri quartieri a cavalcare l’onda minando l’immagine e la credibilità della giunta. D’altronde non è un mistero che uno degli assessori abbia deciso di passare dall’altra parte proprio per la perdita di credibilità e il Fellico immobilismo.