Due chiacchiere con P. Angelo Di Giorgio OFM conv. per capire il cammino di un comune mortale, frate, sacerdote, suore o laico per essere servi di Dio, venerabili, beati e santi la strada è lunga e tutta in salita tra processi, “avvocati del diavolo” e miracoli e non ci sono purtroppo scorciatoie. La vita degli “aspiranti” viene sottoposta ad attente analisi da parte di tribunali ecclesiastici di vario livello, così come le opere, vengono con grande scrupolo esaminate, sezionate, scrutate. E poi occorrono fatti concreti. Cioè miracoli, almeno un paio. Tutto, comunque, ha inizio con l’istruzione dell’inchiesta diocesana promossa dal cosiddetto “attore”, un singolo fedele oppure un’associazione di fedeli, una diocesi, una parrocchia o una congregazione religiosa. Tocca all’attore (che può agire solo per il tramite di postulatori o vice-postulatori) proporre al Vescovo competente l’avvio della causa di canonizzazione (santificazione) ed accollarsi tutte le spese, spesso ingenti, del processo. L’attività di queste persone consiste nel raccogliere documenti, testimonianze, scritte o orali, ed altre prove. Il Vescovo, accertata la fondatezza della causa, dà il via libera all’inchiesta (a questo punto l’aspirante acquisisce il titolo di servo di Dio). Svolti ulteriori controlli attraverso i promotori di giustizia, i cosiddetti avvocati del diavolo, ed i censori teologi, il Vescovo informa la Santa Sede. Questa, a sua volta, esaminata la documentazione, concede o meno il nulla osta al proseguimento dell’iter di santificazione. In caso di diniego, e non sono pochi gli esempi, la causa viene bloccata. Se il responso è invece positivo, la parola passa dalla diocesi alla Santa Sede ed entra in gioco la Sacra Congregazione per le cause dei Santi. Se anche il giudizio della Congregazione è positivo, viene proclamata l’eroicità delle virtù dell’aspirante che diviene venerabile. A questo punto scocca l’ora dei …miracoli. Per essere nominati beati, infatti ne è necessario almeno uno (riconosciuto tale da apposita équipe medica): in genere si tratta di guarigioni definite impossibili con i normali mezzi scientifici. Nel caso la Congregazione dia l’ok al miracolo, il “venerabile” assurge al rango del beato. Il passaggio alla santificazione, secondo l’attuale procedura, avviene solo in seguito ad un altro miracolo dopo la sua beatificazione”. Per P, Quirico Pignalberi tutto è iniziato il 29 Giugno del 1992, nella chiesa di San Lorenzo in Piglio a motivo della sua fama di santità. A presiedere la prima sessione del processo fu l’allora Vescovo della Diocesi di Anagni-Alatri, mons. Luigi Belloli, davanti alle autorità civili e religiose ed a numerosissimi fedeli giunti da ogni parte, dopo la richiesta avanzata dal postulatore padre Ambrogio Sanna al Vescovo di Albano mons. Bernini, nella cui diocesi P. Quirico è morto (Anzio 18/07/1982), perché il processo canonico potesse svolgersi presso la curia anagnina, ordinaria dei luoghi,dove il religioso visse ed operò per circa 50 anni. Il 1° Luglio 2005, sempre nella chiesa di San Lorenzo a Piglio, alla presenza delle autorità civili e religiose, tra uno stuolo di confratelli francescani, di sacerdoti, del collegio dei periti censori (storici e teologi), composto dal cancelliere mons. Enzo Rossi, dal Giudice Delegato Mons. Angelo Ricci, dal Promotore di giustizia Mons. Bruno Durante ex parroco di Piglio, dal Notaio Don Marcello Coretti e parroco di Piglio, del Ministro Provinciale padre Piergiorgio Vitelli, del Vice Postulatore e promotore dell’iniziativa padre Ernesto Piacentini, dei sindaci della zona, ed alla presenza di tanti fedeli, il Vescovo di Anagni-Alatri mons. Lorenzo Loppa aveva presieduto la sessione di chiusura del processo di canonizzazione del P. Quirico. Con un decreto del 3 Marzo 2016, sottoscritto da Papa Francesco, la Congregazione dei Santi proclamava venerabile il servo di Dio P. Quirico Pignalberi ed è quindi uno dei tanti Beati in …anticamera facenti parte della diocesi di Frosinone, Veroli, Ferentino, Anagni, Alatri. Questi sono stati i gradini che ha portato il servo di D P. Quirico ad essere proclamato venerabile. Ricordo che dalle omelie di P. Quirico emergeva una profonda dottrina teologica ed erano scritte su foglietti di carta riciclata che dopo la sua morte avvenuta ad Anzio nel 1982 ho ritrovati nascosti in una scatola e sono stati raccolti in 12 volumi nella collana “Marialia” da P. Ernesto Piacentini. Si raccontano di P. Quirico fenomeni straordinari che vanno dalla bilocazione, alle guarigioni, dalle grazie alle visioni, ad aiuti in momenti di pericolo. Il P. Quirico dall’apparenza debole, dall’abito dimesso, e dall’intensa orazione seppe lasciare dietro di sé una scia di pace e di bene. Grazie alla presenza del P. Quirico, Piglio ospitò tra le sue mura nel lontano 1937, San Massimiliano Kolbe, confondatore con il P. Quirico della Milizia dell’Immacolata che conta numerosi iscritti nelle nostre contrade ciociare. Il 18 di ogni mese, nella chiesa di San Lorenzo si celebra una Messa commemorativa, preceduta dall’Adorazione Eucaristica con la recita del Santo Rosario, molto caro al P. Quirico, ma la cui recita era un vero incubo, per chi si avvicinava al confessionale e la riceveva come penitenza. Tutta la ciociaria guarda a P. Quirico con animo grato per tutto quello che ha fatto durante la sua vita in favore delle popolazioni ciociare con la parola e con l’esempio. Giorgio Alessandro Pacetti |