Roma
Si è tenuta questo sabato al Piccolo Teatro della Garbatella, la presentazione dei libro dal titolo “La Grande Menzogna del Femminismo”, diviso in due volumi. L’opera realizzata da Santiago Gascò Altaba, si riferisce all’Occidente, ovvero i paesi sviluppati.
Il libro vuole contrastare l’ideologia di quel femminismo becero, dove tutto è dovuto e laddove la figura maschile viene sminuita con disprezzo. Odio verso un “patriarcato” ormai praticamente estinto. E se oggi il femminismo si batte per un’uguaglianza sociale tra i due sessi, in realtà indossa una maschera che cela un nemmeno troppo velato estremismo carico d’odio verso chi ha la sola colpa di essere nato uomo.
Privilegi molti, doveri pochi
Un’evidenza che è sempre più lampante è la scalata gerarchica del “sesso debole” calpestando i diritti egualitari maschili. Ad esempio ottenendo sempre maggiori tutele in ambito divorziale o sull’assegnazione dei figli e della casa coniugale ad esempio. Sono centinaia i padri separati oppressi psicologicamente ed economicamente o in via giudiziaria spesso con false denunce, che decidono di togliersi la vita. Le donne hanno anche ottenuto le famose quote rosa e l’ingresso volontario nelle forze armate, tuttavia finora non v’è mai stato un aggiornamento riguardo l’obbligo di leva. Obbligo che allo stato attuale risulta sospeso, ma potrebbe essere ripristinato in caso di guerra. In quel caso alle armi sarebbero chiamati soltanto uomini.
Una serie di privilegi che ha posto il genere femminile come svantaggiato bisognoso di ricevere diritti, che tuttavia hanno prevalso sia sul buonsenso che in ambito sociale. Sarebbe bello se davvero si raggiungesse una equità totale tra uomo e donna dove oltre all’assegnazione di pari diritti, siano contemplati anche i medesimi doveri.
Presente all’incontro anche Rita Fadda, Presidente della LUVV (Lega Uomini Vittime di Violenza), per sostenere Santiago, che ha evidenziato come anche prima del 1945 gli svantaggi del genere femminili non potessero essere paragonati a quelli maschili.