E’ davvero tutto pronto per il passaggio alla mobilità elettrica, oppure dobbiamo ancora lavorare per prepararci ad un imminente futuro che vedrà le auto ad impatto zero sull’ambiente. Cosa sta succedendo nei Paesi Ue e come stiamo affrontando il cambiamento epocale? quali sono i problemi esistenti, dalla ricarica alle applicazioni?
Da un progetto finanziato dalla European Climate Foundation con l’obiettivo di individuare gli ostacoli alla mobilità elettrica nei vari Paesi dell’Ue, è risultato un quadro generale della mobilità green. Teatro dell’indagine sono le strade di Italia, Portogallo, Spagna e Belgio, con viaggi e percorsi realizzati tra ottobre 2020 e gennaio 2021.
I test dei percorsi hanno mostrato gli aspetti da migliorare per ottenere un mobilità green soddisfacente.
Altroconsumo si è occupato di questo esperimento per il nostro Paese, compiendo un viaggio dal nord al centro Italia.
Ricarica domestica
Il primo nodo è la ricarica domestica del veicolo. Stando al resoconto di Altroconsumo, “il modo migliore di utilizzare un’auto elettrica è caricarla quando è parcheggiata a lungo”.
A tale proposito si renderebbe quindi utile la “promozione e la semplificazione dell’installazione di punti di ricarica privati negli edifici esistenti e in quelli nuovi. Ad esempio ricorrendo a fondi pubblici per l’installazione negli edifici di colonnine private o condivise”.
I tempi
Un’altra “criticità”, per quello che riguarda l’infrastruttura pubblica, “è il tempo impiegato per la ricarica. Spesso risulta troppo lungo”. Le colonnine di ricarica più diffuse necessitano di tempi superiori alle colonnine ad alta potenza. Occorrono dalle 2 alle 6 volte di più per una ricarica. Inoltre, secondo Altroconsumo, le colonnine ad alta potenza sono scarse, e soltanto il 7% del totale hanno una potenza superiore ai 42 KiloWatt.
Poche colonnine
L’organizzazione dei consumatori, evidenzia la carenza dei dispositivi di ricarica rapida, lungo le autostrade e sulle strade di comunicazione importanti “dovrebbero essere presenti in ogni area di servizio”. “Le nuove colonnine dovrebbero avere una potenza di ricarica superiore ai 50 kW e possibilmente supportare anche ricariche ultra-rapide a 150 kW”, Aggiunge il rapporto di Altroconsumo.
Anche per quanto riguarda le strade secondarie, la situazione è di scarsa presenza di colonnine. Non si può lasciare esclusa nessuna zona e non è pensabile che possano esserci più di 50 chilometri tra una colonnina e l’altra.
Gestori diversi, tessere diverse
Una carenza è poi la mancanza di “un’unica tessera per tutte le colonnine e i fornitori”.
“gli utenti sono costretti a creare account con due, tre o più fornitori per avere la sicurezza di poter accedere a tutte le colonnine disseminate nel territorio”.
Il Portogallo rappresenta “un’eccezione positiva” su questo punto. Infatti nel Paese c’è un sistema di pagamento universale: gli utenti si registrano al fornitore e usano una tessera unica per qualsiasi colonnina di ricarica.
Pagamenti snelli
Nei Paesi d’Europa i pagamenti dovrebbero essere “pratici e semplici”. dovrebbero essere eseguibili anche con “metodi tradizionali, come contanti, carte di credito e bancomat”.
Nell’ambito poi delle tariffe, “le informazioni devono essere chiare”.
Per le applicazioni “serve maggiore interoperabilità”. L’utente non deve essere costretto a utilizzare diverse app per accedere alle informazioni sulle varie colonnine presenti lungo il suo percorso”.
“Miglioramento” è quindi l’imperativo da perseguire se si vuole arrivare all’obiettivo dell’ottimizzazione del servizio. I gestori sono avvisati.